Una storia che deve ancora accadere. La storia di Belthil, una donna elfo che vivrà tra il 4268 ed il 4372: un tempo dove le tecnologie saranno un ricordo lontano e dove svariati eventi climatici catastrofici e guerre avranno modificato i connotati di “Gaia Terra”.
Maja, discendente di Belthil racconta nella sua attualità (ovvero nel 4568) dapprima cosa accadrà a Gaia Terra nei secoli a venire e come si tornerà a vivere dei prodotti della terra, di baratto e di relazioni pure.
Con l’aiuto della sua Reale Nonna, attraverso i suoi racconti sulla vita rocambolesca della sua antenata, Maja si adopera a tale lavoro con la gioia la freschezza tipica di chi ha solo la predisposizione per il racconto puro, sprovvista dei mezzi tecnici conosciuti nell’era attuale. Maja scopre Belthil in ogni sua ricchezza e fragilità, scoprendola pura ed energica; una donna elfo capace di leggere dentro le anime con semplicità e grande auto ironia e di come riuscirà a convivere con le sue capacità medianiche e magiche, interagendo e modificando la storia di Gaia Terra. Maja spiega inoltre cos’è un daimon, perché ne possiede uno anch’ella, come tutti.
La lingua elfica qenya sarà lo strumento comune vocale, che unirà le generazioni di questa saga, con il suo antico linguaggio, che necessita d’essere tramandato, per non dimenticare l’origine del Tutto e della capacità della “Forza della Magia”, insita in ogni Entità. L’aspetto animico di ogni essere od entità vivente nelle dimensioni come Gaia Terra, può dunque essere in contatto con il Tutto, perché facente parte di esso in una rete (dimensione). Tutto è in movimento ed in divenire, ed ora, non si è nemmeno all’inizio.
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